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TORRE ROSSA
Campodoro

La Torre Rossa, che si presume sia stata eretta per volontà di Ezzelino III da Romano, segnava fra il dodicesimo e il quattordicesimo secolo il confine tra i contadi di Padova e di Vicenza. In quest'epoca feudale/comunale, la torre-castello fu per quasi due secoli oggetto di aspre contese. Motivo questo per cui, come risulta da documenti del tempo, furono costruiti nell'area numerose opere difensive. Le fortificazioni erano costituite da castelli con torri. Tra queste la sopravvissuta Torre Rossa, rimasta oggi un raro esempio di queste difese erette nei passaggi strategici delle rogge fra gli attuali territori euganeo e berico.

Il massiccio turrito era considerato punto di osservazione di primaria importanza sulle campagne circostanti, nonché di basilare funzione per gli arroccamenti e la difesa. Anche questa torre, come tutte le altre strutture militari esistenti sul territorio, nel 1404 vennero donate alla Serenissima Repubblica di Venezia, quindi dismesse dal doge e poi vendute a privati cittadini, finendo spesso coll’essere trasformate in edifici ad uso residenziale.

La Torre Rossa seguì questa sorte e venne ingentilita nell'Ottocento con balconi in chiaro stile veneziano. Fu in questo secolo che intorno alla torre-castello si sviluppò un'agricoltura fiorente, con la costruzione di mulini e barchesse, alcuni dei quali tutt'oggi visibili, in particolare lungo l'asta del canale Ceresone. Verso la metà del secolo scorso la torre cadde in totale stato di abbandono. Il terremoto del 1976 che colpì la vicina regione friulana, nella Torre Rossa provocò una grossa crepa che la rese pericolante. Il proprietario decise allora di dare avvio ad una profonda opera di restauro e recupero. 


 

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